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CHIARA

Novembre 2014 - A cura di Don Giovanni Banchio

CHIARA 

Ma come si fa ad amare?


Chiara aveva 18 anni e le idee chiare sul suo futuro: iscriversi a medicina, sposarsi, avere un bel po’ di figli e fare un’esperienza in missione. Come sarebbe riuscita a mettere insieme tutte queste cose lei non sapeva ma se ne preoccupava come è giusto che sia a 18 anni. Un giorno un prete le chiede: “cosa vuoi fare dopo la maturità?”. Dopo avergli presentato l’elenco di cui sopra si sente chiedere se non aveva mai pensato anche a qualcos’altro, tipo una vita consacrata. Chiara di pronto pensa tra sé: “Questo è matto, io non ci penso nemmeno a questo!”. Ma la cosa non le usciva dalla testa. Il Signore lei lo conosceva, gli voleva anche bene ma di lì a dire: ti do tutta la mia vita ce ne passava... Piano piano si accorse che apparentemente aveva le idee chiare, aveva programmato bene la sua vita ma non si era confrontata con Gesù Cristo. Allora pensò che doveva farsi accompagnare in un cammino di ricerca vocazionale. Quel prete le disse che tutti siamo fatti e chiamati per amare il Signore e che dobbiamo pensare qual è il modo per amarlo di più. “Qualsiasi scelta avessi fatto – pensò Chiara - doveva essere solo per amore: sia che mi sposassi sia che mi consacrassi nella vita religiosa... Ma come si fa ad amare? Per amare bisogna conoscere”. E allora Chiara a 19 anni comincia a partecipare tutte le mattine alla messa e al termine diceva: “Dio se vuoi entrare nella mia vita, io sono qui!”. 
Conosce intanto l’Istituto Santa Maria degli Angeli fondato nel 1945 da Padre Giuseppe Maria, un frate cappuccino che propone una forma particolare di vivere la consacrazione a Dio: unire la dimensione contemplativa alla missione di annunciare il Vangelo a chi è lontano da Dio o ha abbandonato la fede. Così Chiara entra a far parte di questo Istituto Secolare che ha come obiettivo quello di incarnare la consacrazione nelle attività normali della vita comune a tutti. Le sorelle dell’Istituto sono persone normali, vivono in modo normale, vestono in modo normale, ma proprio in questa normalità se sentono chiamate da Dio a dargli tutta la vita. Padre Giuseppe Maria voleva che le consacrate dell’Istituto vivessero mescolate tra la gente in un’autentica condivisione di vita: le fatiche del quotidiano, le preoccupazioni del vivere, le gioie della gente... E in questo quotidiano testimoniare Gesù vivo. La missione dell’Istituto fin dagli inizi, per altro molto attuale, è stata quella di uscire e andar tra la gente per incontrare quelli che non vengono, uscire per stare dove la gente si ritrova. Per questo le sorelle avevano un ristorante, hanno fatto le parrucchiere, hanno una libreria e una copisteria vicino all’Università a Torino, dove lavora Chiara. Qualcuno potrebbe obiettare che quando lavori non hai tanto tempo per discorsi e prediche, ma puoi sempre stringere amicizie, conoscere. Il lavoro ti permette di stare accanto alle persone e al momento giusto dire una parola di fede e di speranza e soprattutto testimoniare con la vita. Come ha fatto Gesù che si servì di gesti semplici ma veri per comunicare e condividere la sua vita.
Dopo 22 anni di vita consacrata Chiara dice che l’esperienza più bella della sua vita è quella di sentirsi profondamente amata da Dio. “Questo amore ha avuto il potere di riempire di gioia tutta la mia vita, sono qua e sono contenta!”


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