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MAGGIORANZA IN STAND-BY

Novembre 2014 - A cura di Don Giovanni Banchio

MAGGIORANZA IN STAND-BY

Maggioranza in stand-by 


Tra i vicini e i lontani dalla Chiesa abbiamo messo gli indifferenti e oltre i lontani gli increduli. Ci spendiamo per il riavvicinamento alla fede di ben tre di questi quattro gruppi. Pensiamo spesso che il loro incontro o riavvicinamento a Dio avvenga preferibilmente negli spazi della Chiesa che starebbe al centro di questi progressivi quattro cerchi concentrici. Ma i cerchi si sono scomposti e nemmeno si intersecano più di tanto tra di loro. Intervistato un giovane ha detto: “La mia sfera spirituale potrebbe essere il mio tempio, dentro di me, una MIA religione”. Molti giovani si rappresentano come persone “al confine”, “sul crinale”, quando va bene “sulla soglia”. Più che cercatori di Dio sono cercatori di senso e i territori di questa ricerca sono quelli posti ai margini degli ambienti ecclesiali. I giovani seguono vie e percorsi che raramente sono segnati nelle carte e negli itinerari delle istituzioni religiose.
Incrociando i dati di alcune inchieste fatte con i giovani in momenti diversi e regioni diverse (le percentuali non sono per questo definite ma non per questo lontane dal vero) si può dire che più o meno il 30% di loro dice di credere in Dio. Qui si trovano quelli che restano dopo la cresima, quelli che si allontanano e poi si riavvicinano saltuariamente e quelli per i quali l’obbligo è diventata una scelta. Il 20% circa afferma di non credere. Per questi la religione è diventata una esperienza remota e il distacco è vissuto o come perdita o come liberazione. Qui ci sono poi anche quelli che si pongono contro la Chiesa o non sono mai venuti.
Tra il 30% che dice di credere e il 20% che non crede c’è un 50% che crede e dubita, crede in Dio ma dubita della Chiesa perché il credere è anche una questione di credibilità. Sono la maggioranza dei giovani che vive un distanziamento dolce, senza troncamento definitivo. Si allontanano dalla pratica tradizionale perché non c’è più il senso di appartenenza alla Chiesa. Il sentimento religioso è a bassa frequenza che non vuol dire necessariamente indifferenza. La questione religiosa non viene rimossa o negata. Solamente posta in stato di sospensione ma sempre possibile di essere riattivata. Posti davanti all’alternativa secca: credere/non credere l’80% dei giovani dice: “Credo”. Significativa la risposta di un giovane intervistato a cui è stato chiesto di definire la sua esperienza religiosa: “Credente sì, cristiano meno, cattolico poco!”. Forse vale la pena accogliere con forza e entusiasmo l’invito di Papa Francesco che ci chiede di individuare e proporre iniziative, attività e percorsi che abbiano fascino, calore umano e capacità di attrazione per questa maggioranza in stand by.


Don Giovanni Banchio

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