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LASCIAMOCI SORPRENDERE

Settembre 2014 - A cura di Don Giovanni Banchio

LASCIAMOCI SORPRENDERE
Ho partecipato qualche anno fa ad un corso di aggiornamento per preti. Il titolo era qualcosa come “Preti nel mondo attuale” con lo scopo di pensare o ripensare la presenza e lo stile pastorale nel mondo che cambia. L’invito è stato quello di raccogliere la sfida lanciata alla pratica pastorale dalla post-modernità. Il professore che ha guidato l’aggiornamento ha iniziato il corso facendo una lettura interessante della parabola del figlio prodigo sottolineando soprattutto gli atteggiamenti del padre.

Sorprendentemente lo definì un padre postmoderno. Aveva due figli diversi tra loro, come capita in quasi tutte le famiglie, e li amava così come erano. I figli lo sorpresero. Il più giovane quando se ne andò con le sue richieste arroganti; il più vecchio perché rimase in casa, lavorava ma non parlava. Ma sarà lui, il padre, a sorprendere i figli, tutti e due.

Il più giovane, quando decise di tornare, lo sappiamo, non avrebbe voluto entrare in casa, se ne vergognava. Invece fu sorpreso dal padre che gli corse incontro e lo abbracciò. Il più vecchio, quando fu informato del perché e per chi era la festa, si rifiutò di entrare e si sorprese perché il padre uscì e insistette perché anche lui entrasse per fare festa. I figli si fermarono sulla soglia. Il padre invece uscì due volte, oltre la soglia di casa, per accogliere i due. Sapeva molto bene che erano diversi ma li amava allo stesso modo. E’ andato incontro a tutti e due perché li voleva insieme alla festa.
I giovani ci sorprendono: li incontriamo ma spesso non li conosciamo del tutto; tra quelli che sono stati da noi molti se ne sono andati, alcuni sbattendo la porta. Se tornano si fermano sulla soglia perché la festa dentro o non piace o si sentono spaesati. Che fare? Forse non ci resta che varcare noi la soglia, come il padre della parabola e andargli incontro senza chiedere conto della loro vita ma per dirgli che abbiamo preparato una festa. La sfida postmoderna è lasciarci sorprendere gli uni gli altri. Giovani e Chiesa insieme.


I giovani ci inviano in modo netto alcuni segnali: non si riconoscono più nella religiosità tradizionale e hanno preso le distanze dalla Chiesa. Ma, anche se sono “fuori dal recinto”, non sono né increduli né immorali; sono diversamente credenti e hanno un loro codice etico e un sistema di valori. Meno religiosi di sicuro ma non meno spirituali dei loro genitori… Noi però vogliamo stare con i giovani! Questo ci chiede di assumere con coraggio e coerenza la sfida di rendere la Chiesa abitabile per loro.       

Calendario Pastorale 2014-2015

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