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DANIELA

Ottobre 2014 - A cura di Don Giovanni Banchio

DANIELA

Daniela, dov'è il tuo posto?


Daniela, 32 anni, di Paesana, è la più giovane delle Monache Romite di Revello dove è entrata da un anno e mezzo. Indossa il velo bianco, anziché nero come le altre sei monache, perché sta vivendo il tempo del noviziato, un periodo di preparazione intensa prima di essere una monaca “definitiva”. Aveva conosciuto il monastero di Revello da ragazzina (si è preparata alla 1° comunione con una giornata di ritiro personale proprio con le Romite) ma è attraverso la famiglia, la parrocchia, la diocesi e i campi scuola a Sant’Anna di Bellino che dice di aver conosciuto Gesù. Finite le scuole superiori si iscrive a Ingegneria che lascia un anno dopo perché il suo desiderio è fare Teologia che difatti frequenta a Torino fino alla laurea. Ancora adolescente si chiede: “Qual è il mio posto nel mondo? Sentivo che avrei trovato la felicità solo trovando il mio posto e stando al mio posto”. Per trovarlo Daniela inizia un cammino di discernimento fatto di tante esperienze. “Mi sono fatta guidare da un sacerdote che mi ha introdotto alla preghiera e alla lettura del Vangelo e mi hanno fatto del bene gli Esercizi Spirituali condivisi con gli amici. Ho poi capito, continua Daniela, che mi dovevo impegnare di più per gli altri e questo mi ha aiutato molto ad aprirmi e maturare”. Nel cammino di ricerca del suo posto le è stato di grande aiuto lo studio della teologia. Dopo la laurea a Torino Daniela fa la licenza, sempre in teologia, a Milano dove conosce il Rito Ambrosiano e ne rimane affascinata (Il rito ambrosiano è il modo di celebrare e vivere la liturgia delle chiese del milanese e anche del Monastero delle Romite di Revello che sono state fondate da Sant’Ambrogio di Milano). “Mettendo insieme tutte queste esperienze ho capito che il mio posto poteva essere tra le Romite e adesso sono qui!”. Per la maggior parte di noi il monastero è un mistero e la clausura è chiusura, fuga dal mondo e ci chiediamo: “Cosa fanno le monache tutto il giorno?”. Daniela, che ora si chiama Suor Maria Daniela, risponde così: “Ogni cristiano dice qualcosa del mistero della vita di Cristo; noi monache imitiamo il Cristo quando si ritira in solitudine a pregare il Padre. La clausura fa vedere l’amore di Dio per ciascuno, un amore esclusivo: Dio ci vuole solo per sé! Non tutti sono chiamati alla clausura ma tutti sono amati da Dio in questo modo”. Incontrare qualcuno che ci ricorda che Dio ci ama così tanto fa del bene e, fosse solo per questo, possiamo già dire che la clausura non è un assurdo; ci fa del bene sapere che vicino a noi c’è una comunità di donne che cerca Dio nella solitudine e nel silenzio ma vive tutto il giorno e ogni giorno la vita fraterna per testimoniare che si può vivere il comandamento dell’amore a Dio e ai fratelli, anzi alle sorelle. Sorprende ma ci fa bene sapere che c’è una comunità dove ci si alza alle 5 e si va a dormire alle 22 e sette volte al giorno le monache si riuniscono per pregare (anche per noi che diciamo di non avere tempo per farlo) e che tutta questa preghiera non impedisce alle monache di lavorare per vivere come tutti in questo mondo. Le Romite si dedicano al ricamo e alla pittura che, soprattutto Suor Maria Daniela sa fare bene. In alcune parrocchie si possono ammirare i “sonetti” delle feste patronali preparati da lei. In questi giorni poi, per non tralasciare lo studio, Daniela ha inviato a Milano la sua tesi di dottorato in Teologia.
Per dirla alla piemontese, Daniela è una ragazza a posto che ha trovato il suo posto. Questo è un modo di vivere la vita come vocazione come ci chiede il nostro vescovo in questo anno pastorale.


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