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Confermato nella vocazione
Don Alessio
aveva quasi 40 anni quando partì per il Brasile diretto nella Baixada
Fluminense, una regione vasta e disordinata vicina a Rio de Janeiro. Una delle
tante periferie, reali, dove si mescolano e convivono drammi umani e gioie
comunitarie, violenza e samba, complicazioni sociali e promesse politiche,
miseria e fantasia, sacro e profano.
Visite alle
comunità e celebrazioni, circoli biblici nelle famiglie, la catechesi, aiuto ai
poveri e la promozione umana alla ricerca di una maggiore giustizia sociale e
dignità della persona: era questo più o meno lo snodarsi dell’impegno pastorale
di Don Alessio oltre l’immancabile festa patronale. San Sebastiano è un momento
speciale e atteso lungo l’anno. E’ la festa di tutti con tutti gli ingredienti
della festa popolare, quella che fa uscire di casa tutta la gente. Anche i
banditi, che però volevano portarsi via l’incasso della festa.
Aspettano
fin dopo mezzanotte quando Don Alessio sta ritornando in parrocchia. Fermano la
macchina e dal finestrino gli infilano la pistola sotto il mento chiedendogli i
soldi. Fingono calma come se fosse una chiacchierata tra conoscenti; c’è una
scambio di battute e Don Alessio si gioca quella che ritiene essere l’ultima
carta (sperando che il bandito almeno sia cattolico!): “Aspetta un momento,
ragiona; sono il prete, abito qui nel quartiere. Abbiamo organizzato la festa
per la gente… per sostenere le attività della nostra chiesa e anche per i
vostri figli!”.
Di rimando
il bandito, forse l’unico della zona ad aver studiato, per di più dai preti,
gli urla: “Se sei prete dì il Padre Nostro in latino”. “Pater noster qui es in
caelis… fino al libera nos a malo”. Sembra fatta, ma il tipo non ci sta a
perdere, raddoppia la richiesta e chiede i documenti per sapere se Don Alessio
ha detto la verità. Li guarda e poi li butta stizzito nella macchina. “Sparisci,
prete!” dice nascondendo la pistola.
Passato lo
spavento Don Alessio dirà: “Non sono mai stato così felice di essere prete. Non
pensavo che una pistola puntata alla gola mi confermasse così tanto nella mia
vocazione!”.